MASTR VDM
DENOMINAZIONE: Rosso Pompeiano IGT
VITIGNO: 90% Piedirosso, 10% Sciascinoso
VIGNETO E TERRENO: Il suolo all’interno dell’area archeologica di Pompei è di tipo vulcanico, sciolto, ricco di elementi minerali e lapilli e ben drenato. L’esposizione è principalmente a Sud su un’altitudine di 50 m s.l.m. La densità d’impianto media è di 7.000 ceppi/ettaro e le piante hanno un’età di circa 15 anni con un sistema di impianto chiamato «vigna a palo», secondo le antiche tecniche colturali dei Romani.
PERIODO E SISTEMA DI RACCOLTA: Fine ottobre, raccolta manuale.
VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO: Vinificazione classica in rosso, lunga macerazione con le bucce a temperatura controllata e affinamento in barriques di rovere francese per un periodo di circa 12 mesi.
COLORE: Rosso rubino
PROFUMO: Complesso, ampio, persistente, con note speziate che ricordano la vaniglia, la cannella, il tostato, note di frutti rossi, in particolare marasca, prugna e sfumature minerali
SAPORE: Avvolgente, equilibrato, strutturato, di notevole tessitura e spessore. Dotato di tannini fini ed eleganti
ABBINAMENTI
Aperitivi: Salumi e formaggi stagionati
Primi piatti: Pasta con sughi a base di carne, funghi e tartufi
Secondi piatti: Carni rosse e cacciagione alla brace e carni dalle lunghe cotture
POTENZIALE DI INVECCHIAMENTO: 30 anni e oltre
TEMPERATURA DI SERVIZIO: 18 °C
“Da dove potremmo cominciare se non dalla vite, rispetto alla quale l’Italia ha una supremazia così incontestata, da dar l’impressione di aver superato, con questa sola risorsa, le ricchezze di ogni altro paese, persino di quelli che producono profumo?
Del resto, non c’è al mondo delizia maggiore del profumo della vite in fiore.” Plinio, Naturalis Historia, XIV, 8
Il progetto prende avvio negli anni ‘90, quando la Soprintendenza Archeologica di Pompei conferisce all’Azienda Mastroberardino, una delle più prestigiose e antiche cantine italiane, operante nel campo vitivinicolo da dieci generazioni, l’incarico di ripristinare la viticoltura nell’antica città di Pompei.
L’idea iniziale, fortemente sostenuta dal Cavaliere del Lavoro Antonio Mastroberardino, si concretizza in un programma di ricerca finalizzato ad una indagine sui metodi e sulle tecniche di viticoltura e vinificazione nell’antica Pompei, e alla riproduzione di alcune delle fasi salienti di tale sistema sul piano sperimentale.
Il vino, infatti, aveva un ruolo importante nella vita delle popolazioni vesuviane. Le indagini archeologiche, gli studi botanici e il rilevamento dei calchi delle radici delle viti e dei relativi paletti di sostegno (che la grande eruzione del 79 d.C. ha “immortalato” per sempre) hanno confermato la presenza di tale coltura anche all’interno della cinta muraria della città, nei giardini e negli orti che ornavano le case, ma soprattutto nei quartieri periferici nei pressi dell’Anfiteatro.
Pompei è un simbolo della nostra storia e della nostra civiltà e come pochi altri luoghi del nostro Paese parla immediatamente dell’Italia: ogni anno oltre due milioni e mezzo di turisti visitano gli scavi archeologici.
“Villa dei Misteri”, vino prodotto dalle uve dei vigneti del sito pompeiano è lo straordinario messaggero di una delle nostre più antiche culture e tradizioni. Un vino che nasce dalle viti coltivate dentro le Domus di Pompei, proprio laddove venivano coltivate oltre duemila anni fa e che deve il suo nome “Villa dei Misteri” a una delle Domus più belle che la storia ci ha consegnato, rappresenta un tributo al valore di Pompei.
Nel 2001 si è avuto il primo raccolto significativo con la prima vinificazione e l’affinamento del Villa dei Misteri, prodotto in appena 1.721 bottiglie che vennero collocate all’asta e distribuite ad appassionati di ogni parte del mondo. I proventi furono utilizzati per sostenere il restauro della cella vinaria presente nel sito del Foro Boario. Infatti, accanto al vigneto del Foro Boario, il più esteso, nei pressi delle rovine dell’anfiteatro e della palestra grande, si trova l’antica cella vinaria: piccolo edificio con 10 “dolia” interrati, grandi contenitori in terracotta dove avveniva il processo di vinificazione.
Per le prime dieci annate del Villa dei Misteri l’uvaggio è costituito da Piedirosso al 90% e Sciascinoso al 10%.
A partire dalla vendemmia 2011, attualmente ancora in affinamento, in seguito all’avvio della produzione degli ultimi impianti realizzati, Villa dei Misteri è ottenuto come blend di tre diverse varietà, che a regime presenta le seguenti percentuali di uvaggio: Aglianico 40% circa, Piedirosso 40% e Sciascinoso 20%.
“E’ il nostro piccolo omaggio ad un sito che appartiene al mondo. Qui nacque la coltura della vite e qui, a distanza di duemila anni, siamo a riproporre il vino di Pompei”.
Antonio Mastroberardino
Denominazione | IGT Pompeiano |
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Tipo di uva | 90% Piedirosso,10% Sciascinoso |
Categoria | Vini Rossi |
Regione | Campania |
Produttore | Mastroberardino |
Annata | 2012 |
Gradazione | 13° |